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Partecipazione : possiamo espanderci solo insieme

  • Immagine del redattore: Noah Mana Tapu
    Noah Mana Tapu
  • 7 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

In questi tempi complicati in cui tante persone sono disconnesse le une dalle altre sto cercando idee, processi e azioni che possono far riemergere la fiducia nel futuro.

Gli incontri di progettazione partecipata fanno proprio questo: permettere alle persone di incontrarsi e confrontarsi avendo in mano le leve per costruire il proprio futuro.


La storia raccontata da migliaia di persone in tutto il mondo che hanno speruimentato questo modo di incontrarsi e parlare dimostra che è possibile per le persone trovare un senso gioioso nel lavorare insieme ad un obiettivo comune.

Costruire insieme gli strumenti e le azioni che possono creare il futuro.


La progettazione partecipata ci riporta in un mondo che abbiamo dimenticato, quel mondo in cui le persone naturalmente si incontrano perchè vogliono stare insieme. Un mondo dove possiamo godere di quelle vecchie "belle chiacchierate" dove non abbiamo timore di condividere con altri ciò a cui diamo valore. Un mondo in cui non siamo separati, classificati o stereotipati.

Un mondo in cui impariamo che la saggezza di cui abbiamo bisogno per risolvere i nostri problemi è disponibile quando ci incontriamo e parliamo.


David Isaacs, co-creatore del metodo del World Cafè, una tecnica di progettazione partecipata, diceva che "quel mondo che abbiamo dimenticato non ci ha mai abbandonato. l'obiettivo per tutti è ricordarlo e dargli spazio".


La nostra "memoria" di come lavorare insieme in modo produttivo e sano si è quasi cancellata sotto la complessità che hanno creato intorno al lavoro di. gruppo: tecniche di facilitazione, team building nonchè oscuri processi analitici applicati ai risultati e l'esaurimento stesso dei partecipanti.

La gente è polarizzata, sopraffatta, impaziente, facilmente delusa dagli altri e più isolata che mai.

Frustrati dal crescente numero di problemi che ci vengono incontro e dal senso di impotenza nel cercare di risolvere anche il più piccolo.


Forse la conseguenza più deleteria e nociva di questa perdita di memoria del potere delle conversazioni e della condivisione è il nostro essere cresciuti pensando che gli esseri umani sono difficili, egoisti e non possiamo avere fiducia gli uni negli altri. Tanto quanto questa credenza negativa cresce radicata tanto noi ci focalizziamo solo su quello che possiamo fare da soli, preservandoci dal percepito pericolo di fidarci di qualcuno. Isolati e soli perdiamo capacità e coraggio, il nostro lavoro perde significato e ci ritroviamo affaticati nella solitudine quotidiana.


Con il World Cafè risvegliamo la nostra profonda memoria di specie su due credenze fondamentali circa la vita umana:

  1. Noi esseri umani sentiamo il bisogno e desideriamo confrontarci con gli altri, parlare e condividere ciò che è importante per noi.

  2. Quando ci incontriamo e parliamo possiamo accedere alla "saggezza collettiva", in un certo senso quel pensiero collettivo che jung indicò.









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