La filosofia del paradosso contro l’opinione comune
- Noah Mana Tapu

- 6 giu 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 9 nov 2024
Un paradosso è una conclusione che appare inaccettabile ma deriva da premesse e da un ragionamento apparentemente accettabile e si scontra con il nostro modo usuale di vedere le cose.
Il paradosso è una "verità che poggia sulla testa per attirare l’attenzione.
παρα − δoξα = contrario all’opinione comune, un'affermazione o credenza contraria a quanto ci si aspetta o all’opinione comunemente accettata.
Per chi mastica un po' le tecniche manipolative, la Finestra di Overton agisce anche in questo modo.
Vengono individuati i passi da fare in una "scaletta culturale" coordinata fino a "sdoganare" di tutto.
Renderlo "normale". Se poi riflettiamo sul termine "normale" viene spontaneo vedere che c'entra con la "norma", ciò che è allineato alla "norma" che è sinonimo di "legge". E di nuovo fra le "leggi" vi è la consuetudine, "quel che fan tutti se non è vietato".
In sintesi questa è la tecnica manipolativa: sponsorizzo nuovi comportamenti in cui i confini etici, morali, sociali, identitari vengono pian piano cancellati all'insegna di quel che chiamano "libertà"
Solitamente un paradosso contiene uno dei seguenti elementi:
• un’affermazione che sembra contraddittoria ma che, in realtà, è vera:
Es. il certificato di nascita non certifica la nascita di un essere umano discendente da mamma e papà.
• un’affermazione che sembra vera ma, in effetti, contiene una contraddizione:
Es. "ti inietto il vaccino per il tuo bene"
• un’argomentazione apparentemente valida o corretta che porta a conclusioni inaspettate:
Es. se è vero che l'essere umano è libero, perchè non può decidere del suo tempo e delle sue energie ?
di tutti i caratteri dei paradossi, il più interessante è la loro capacità, talvolta, di essere molto meno inutili di quanto sembra
Willard Van Orman Quine (1908-2000), filosofo e logico statunitense
Caratteristiche fondamentali di molti paradossi:
• contraddizione: campagne elettorali, programmi scolastici, ordini professionali ...
• autoreferenzialità e circolarità: il funzzionamento della pubblica amministrazione...
• ambiguità: molteplicità di significati del linguaggio comune. L'ambiguità è anche l'esito della distorsione che il sistema culturale, scolastico, cinematografico, editoriale, televisivo, giornalistco ... hanno fatto di parole e termini di uso comune che sono stati svuotati della loro referenzialità profonda e radicata. Termini come Amore, Essere Umano, Libertà, Unità, Integrità, Salute, Benessere, Equilibrio, Armonia ... sono stati tutti distorti e resi superficiali, strumentali.
• ragionamento fallace: lock down dalle 22 alle 6 del mattino, nel resto del tempo il virus non circola. Il caffè al banco si può senza greenpass, seduti al tavolo ci vuole il green pass. Il virus ha una sua intelligenza spaziale.
"Per affrontare il paradosso è necessario confrontarsi con la contraddizione come elemento ineliminabile.
Chi affronta la contraddizione deve inoltre avere dimestichezza con l’ambiguità, le possibili trappole di un ragionamento fallace e il pericolo dell’indeterminatezza.
A volte il paradosso serve a smascherare la fallacia o l’errore di un ragionamento, portando alla luce l’incoerenza di credenze e false ipotesi. In altri casi, il paradosso resiste ad ogni tentativo di soluzione.
Uno dei paradossi più antichi e famosi è quello del mucchio di sabbia: se un certo quantitativo di granelli di sabbia è un mucchio di sabbia, togliendo man mano i granelli dal mucchio, quale sarà il punto in cui il mucchio di sabbia cesserà di essere tale? Inversamente, se quattro o cinque granelli di sabbia non danno un mucchio, quando inizierà ad esserlo?
Tale osservazione e ragionamento mette in luce un elemento di continuità, in cui non vi è la possibilità di definire il passaggio preciso da uno stato all’altro all’interno di molteplici categorie di opposti, come, per esempio, ricco-povero, alto-basso, magro-grasso, intelligente-stupido, e così via.
La natura intrinseca di questi paradossi rivela che spesso i nostri concetti sono più confusi e vaghi di quello che appaiono.
Il mondo sembra pervaso da dilemmi e paradossi che coinvolgono ogni aspetto della vita quotidiana dei singoli e delle comunità, le quali vengono continuamente messe alla prova anche coi paradossi della finzione e della percezione.
Si tratta di situazioni che nascono dalla natura contradditoria degli oggetti percepiti e della natura delle risposte emotive di fronte a situazioni immaginate. Reazioni emotive che agiscono in situazioni di finzioni creano infatti il paradosso del rapporto tra immaginazione emozionale, credenze e (ir)razionalità.
A volte, il solo pensiero di un evento positivo o negativo può creare emozioni vere di gioia o tristezza, anche senza la reale presenza di quell’evento.
Qual è la reale valenza simbolica e paradossale di queste immaginazioni che inducono emozioni ed azioni concrete in noi?
A partire da questo paradosso della percezione, la filosofia si è da sempre interrogata sulla natura della realtà che può apparire o come idee che si formano nella nostra mente o come cose concrete al di fuori di noi, che si riflettono nella nostra coscienza.
Siamo di fronte a differenti tipi di possibili credenze: oggetti mentali della nostra percezione, che proiettiamo fuori di noi, percezione degli oggetti che ci circondano e influiscono sulla nostra percezione, oppure la convinzione più diffusa, che ogni oggetto non sia mai mentale? Sono le questioni di un problema contradditorio in cui una tesi, pur in apparenza paradossale, va negata o confutata per poter sostenere l’altra.
In conclusione, estremizzare la realtà nel paradosso ci può aiutare ad intraprendere delle strade di risoluzione, o perlomeno di ricerca di risposte e di validazione di alcune teorie di cui è costellata la nostra storia del pensiero. Attraverso la tensione tra ragione e esperienza, che trova la sua applicazione nella contraddizione come condizione ineliminabile dell’esistenza, il paradosso, senza trascinarci in un buco nero concettuale, può diventare un affascinante terreno d’esplorazione filosofica."
FONTI
Piergiorgio Odifreddi, C’era una volta un paradosso, Einaudi, Torino, 2004
Nicholas Falletta, Il libro dei paradossi, Longanesi, Milano, 2005
Franca D’agostini, Paradossi, Carocci editore, Roma, 2009
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