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L'Arte di Ascoltare

Lo sviluppo della “consapevolezza di sé” attraverso la meditazione

Sedetevi con la forza della montagna

l’atteggiamento del cielo

il flusso d’un fiume

il respiro del vento

i colori della natura

l’esperienza dell’arcobaleno.

E restate così, semplicemente,

e siatene felici, siate felici

ma senza possedere nulla.

Sedetevi come il cielo contiene il sole:

spazioso, senza aggrapparvisi.

Sogyal Rimpoche

Le direzioni

Promozione dell’essere: benessere e crescita

“Benessere è essere in armonia con la natura dell’uomo”

(Erich Fromm, Psicoanalisi e Buddismo Zen)

“Non occorre, e di fatto non si può, insegnare ad una ghianda a svilupparsi in quercia, poiché, non appena si presentino condizioni favorevoli, le sue intrinseche potenzialità si svilupperanno”.

K.Horney, Nevrosi e sviluppo della personalità. La lotta per l’autorealizzazione, Astrolabio, Roma, 1981

Promozione dell’essere significa anzitutto nutrire lo sviluppo qualità che ci rendono propriamente umani. Il fare e l’avere sono elementi esteriori dell’uomo, che riguardano il suo rapporto con il mondo esterno: il lavoro, la casa, gli hobbies, gli altri, ecc. Non sono aspetti intrinseci alla natura umana, dunque sostanziali, bensì collaterali ed accidentali, sebbene fondamentali e mai trascurabili per un armonico rapporto con il mondo. Ma generalmente sono sovraccaricati sia di importanza, sia di attenzione.

L’attenzione all’essere ci riporta alle nostre qualità personali - che possiamo a volte chiamare virtù, altre talenti, altre ancora competenze – ricordandoci che non sono qualcosa di statico e immutabile e nemmeno qualcosa di puramente condizionato dal destino o dagli eventi. E’ nelle possibilità di ciascuno trovare strumenti, situazioni, percorsi e conoscenze, che permettano di creare un contesto favorevole per maturare tali qualità e promuovere la propria crescita nella direzione di una sempre maggiore maturazione, nella propria direzione specifica. K.Horney ci ricorda infatti che:

“L’essere umano, purché gliene si dia l’opportunità, tende a sviluppare le proprie capacità umane. Egli manifesterà allora le particolari energie vitali del suo vero sé, quella centrale intima forza, comune a tutti gli esseri umani eppure unica in ciascuno, che è la profonda determinante della crescita. Esso rende possibile un senso di integrazione ed un giusto senso di totalità, di unicità. Il corpo e la mente, le azioni e i pensieri e i sentimenti non solo si armonizzano, ma funzionano senza provocare grandi conflitti interiori”.

La meditazione, da questo punto di vista, assolve propriamente la funzione di creare le condizioni perché lo sviluppo individuale, rallentato o interrotto da forze contrarie (conflitti, tensioni, ansie, paure, ma anche condizionamenti sociali, educativi, oppure routine, abitudini personali e professionali, ritmi di vita poco “umani”) possa riprendere il suo corso nel rispetto dei tempi e le modalità proprie di ciascuno.

La consapevolezza: riconoscere ciò che è

“La meditazione è uno stato di pura consapevolezza, priva di contenuti. Di solito la tua consapevolezza è sovraccarica di scorie, assomiglia ad uno specchio coperto di polvere. La mente è un traffico continuo, un estenuante flusso di pensieri, di desideri, di ricordi, di ambizioni… questa è una condizione non meditativa. La meditazione è esattamente l’opposto. Quando il traffico si è dissolto e il pensiero è cessato, quando nessun pensiero si muove più, non vi è più un agitarsi di pensieri e tu sei in totale silenzio: quel silenzio è meditazione. E in quel silenzio si conosce la verità, mai prima”.

Osho, Il libro arancione

“…io credo di vedere, ma sto solo vedendo delle parole; credo di sentire, ma sto soltanto pensando dei sentimenti. La persona che opera queste manipolazioni cerebrali è la persona alienata, l’uomo della caverna che, come nel mito di Platone, vede solo ombre e le scambia per la realtà immediata”.

Erich Fromm, Psicoanalisi e Buddismo Zen

“L’arte della meditazione è un modo per entrare in contatto con la realtà. Il motivo per cui si medita è che la maggior parte delle persone civilizzate ha perduto il contatto con la realtà, perché confonde il mondo così come è con il mondo che pensa, di cui parla e che descrive“.

Alan Watts, Om meditazioni creative

“Vogliamo insegnare alla gente che la meditazione… consiste nell’imparare a riconoscere le cose per quello che sono”

Jon Kabat-Zin

Sviluppare la propria consapevolezza significa entrare sempre più in contatto con ciò che è reale, sia nel mondo esterno (ciò che arriva ai nostri sensi), sia nel mondo interno (il corpo, i sentimenti, l’immaginazione, i pensieri). Il contatto implica un rapporto non mediato da pregiudizi, abitudini, idee, condizionamenti; bensì una relazione propriamente fenomenologica con il reale: la capacità propria del bambino di percepire il mondo in maniera innocente, senza sovrastrutture che ne limitino la chiarezza e l’immediatezza.

Per l’adulto, la possibilità di riallenare la mente all’innocenza, infondendole la qualità della consapevolezza, è un viatico straordinario verso il benessere, la crescita e, ad un livello ancor più maturo, lo sviluppo della saggezza, capace di contenere spontaneità, profondità e verità.

“Penso che queste qualità – l’accettazione, il lasciar fluire, la non resistenza, la mente del neofita, l’astensione dall’esprimere giudizi – conducano, se praticate con costanza, a un certo grado di saggezza. Si può essere attaccati alle cose senza saperlo: la consapevolezza permette di rendersene conto”:

Jon Kabat-Zin

La meditazione sa favorire la spontaneità, riattivare un sano rapporto con il reale, sciogliendo progressivamente le sovrastrutture mentali nevrotiche che imprigionano, a vari livelli di intensità e complessità, le persone più diverse in mondi composti da fantasie, sogni, desideri, timori e ambizioni, elementi culturali limitanti che allontanano l’essere umano dalla propria naturalezza e dalla propria sanità fondamentale.

La consapevolezza è dunque anzitutto capacità di stare con ciò che accade realmente nel mondo reale, liberi dal desiderio (che ci spinge a volere qualcosa che non è presente) e dall’avversione (che tiene occupata l’attenzione ad evitare che accada qualcosa di temuto), osservandoci senza manipolarci. Ciò conduce ad un progressivo allentamento dei timori e ad un graduale accrescimento della fiducia nell’esistenza, che ci porta a nascere, crescere, agire e scegliere, secondo le nostre individuali e irripetibili qualità ed attitudini.

La meditazione e le tecniche meditative

Le tecniche di meditazione sono molteplici, diverse centinaia, ma sono semplici vie per raggiungere ad una medesima destinazione: lo stato meditativo. La tecnica è uno strumento che, come una barca, permette di raggiungere la meta, dopodiché la barca va abbandonata.

Essere consapevoli del respiro, osservare un oggetto, muoversi lentamente, contemplare il corpo, percepire un suono, sentire intimamente che “io sono”, effettuare delle visualizzazioni, muoversi con frenesia per poi interrompere improvvisamente ogni movimento… Queste e moltissime altre sono le vie attraverso le quali è possibile riassaporare uno stato della coscienza libero da attaccamenti, aperto a percepire il flusso dell’esperienza senza desideri o avversioni, ampio e spazioso, libero da tensioni. Uno stato che si può “toccare” per pochi istanti, appena intuire o ampliare gradualmente man mano che la pratica si intensifica. Ma ancor prima di “cadere” in questo stato di pura consapevolezza, analogo a quello che sperimenta il bambino appena nato e nei primi mesi di vita, è possibile godere di un progressivo alleggerimento del peso della mente e dei suoi contenuti di pensiero che ossessionano senza sosta, e senza reale necessità o utilità, la vita dell’uomo moderno.

In un paragrafo successivo verranno chiariti i benefici della meditazione per i neofiti, nei primi passi della pratica. Qui mi preme dare un’idea di cosa sia la meditazione, consapevole che solo l’esperienza sappia chiarirlo superando i limiti del linguaggio.

Le parole dei grandi maestri sono lo strumento migliore per dare il sapore di questa pratica e della sua preziosità.

“Tutti i nostri problemi derivano dall’attaccamento e la meditazione è il mezzo mediante il quale disimpariamo la nostra tendenza all’attaccamento. Quando molliamo la presa, sorge una sensazione naturale di spazio: questa è meditazione. La meditazione è il sentiero della semplicità, dell’apertura, del mettere a punto, dell’affrontare la mente: usare la mente, per domare la mente”:

Sogyal Rimpoche, Meditazione: cos’è e come praticarla

E ancora, da un altro punto di vista, ma nella medesima direzione:

“Penso che un problema fondamentale che abbiamo tutti sia quello di essere molto critici nei nostri confronti, fino al punto addirittura di essere i nostri nemici. La meditazione è un modo di placare questi litigi, di accettarci, di fare amicizia con noi stessi. Forse non siamo così male come ci è stato detto. Forse scopriremo anche che la meditazione non è qualche cosa di esotico o di fuori dalla nostra portata così da essere irraggiungibile. La pratica della meditazione è qualcosa che avviene a un livello molto personale. Comporta un rapporto intimo con noi stessi. Si tratta di una grande intimità. Non ha nulla a che fare con la percezione, con qualche stato assoluto o altre cose simili. E’ puramente entrare in ciò che siamo, esaminando realmente i nostri concreti processi psicologici senza provarne vergogna. E’ entrare in modo preciso e completo in ciò che siamo. E’ amicizia con noi stessi”.

Chogyam Trungpa, Lineamenti dell’Abidharma

In sintesi, gli elementi che caratterizzano l’atteggiamento meditativo, sono:

  • la rilassatezza: “La base della pratica della meditazione è il rilassamento. E’ estremamente importante che siate comodi e consentiate a pensieri ed emozioni di acquietarsi. Non c’è nulla da raggiungere o portare a compimento, così lasciate andare”. Sogyal Rimpoche, Meditazione: cos’è e come praticarla

  • l’osservazione: non ci si identifica con i contenuti della mente e i vissuti corporei, rimanendo puri osservatori di ciò che accade, così come accade;

  • l’equanimità: ciò che si osserva (sensazioni, pensieri, immagini, sentimenti) non viene giudicato come buono/cattivo, giusto/sbagliato, piacevole/spiacevole, ma accolto per le sue qualità intrinseche, senza intervento delle categorie mentali acquisite, con equilibrio e neutralità partecipe, senza cadere negli estremi del desiderio e dell’avversione;

  • la fiducia e la capacità di lasciar andare: anziché cercare di controllare ciò che accade dentro e fuori di sé, l’atteggiamento meditativo permette di crescere la fiducia in ciò che semplicemente avviene, senza tentare di manipolarlo, ma movendosi in accordo con ciò che è reale, senza autoinganni.

Le evidenze scientifiche

La meditazione non avrebbe bisogno di essere scientificamente dimostrata, se solo venisse praticata e i suoi benefici verificati in maniera diretta ed esperienziale. Ma la mente occidentale ritiene generalmente ciò che non ha ricevuto una verifica quantitativa, secondo i metodi sperimentali della scienza, come non “vero” o non “funzionante”.

La meditazione è uno strumento che esiste da millenni ed è ancorato saldamente, in forme esteriormente diverse, a molteplici antichissime tradizioni (buddismo tibetano e Zen, esicasmo cristiano, cabala ebraica, sufismo islamico, tantra e yoga indiani). Inoltre, particolarmente a partire dagli anni ’70, le ricerche psicologiche e mediche occidentali hanno sempre più analizzato la meditazione rilevandone molteplici benefici per la vita quotidiana dell’uomo contemporaneo. Ne accenno alcuni di seguito per avere un primo panorama:

  • Benefici psicologici

  • abbassa il livello di ansia e rende abili nella gestione dello stress (è usata come supporto nelle psicoterapie);

  • allena la capacità di attenzione;

  • aumenta la capacità di raccogliere segnali percettivi nell’ambiente e di prestare attenzione a ciò che succede.

  • Benefici medici

  • diminuisce la frequenza di raffreddori e di mal di testa;

  • riduce la gravità dell’ipertensione;

  • riduce la tensione muscolare;

  • aumenta la funzionalità del sistema immunitario;

  • allevia molte sofferenze connesse con le malattie cardiache;

  • abbassa i livelli di colesterolo nel sangue;

  • migliora la regolazione del glucosio nei diabetici;

  • migliora la condizione degli asmatici, diminuendo la forza delle reazioni emotive che precedono gli attacchi d’asma;

  • abbassa la dipendenza dagli antidolorifici;

  • diminuisce il livello di dolore nei pazienti cronici.

“Un compito per l’avvenire è quello di classificare le differenze significative, se ce ne sono, tra il rilassamento e le tecniche di meditazione in termini di persone e di problemi per i quali saranno più efficaci. Ma, come rende chiaro la documentazione della ricerca, questi metodi offrono un mezzo potente per far emergere la capacità interiore dei pazienti di partecipare alla propria guarigione”.

Daniel Goleman

I benefici della meditazione, nell’esperienza della pratica

La meditazione, come strumento di auto-conoscenza, apre la via al rapporto con sé stessi permettendo una continua crescita, a volte graduale, altre improvvisa. Gli effetti della meditazione si riscontrano anche dopo poco tempo che la si pratica con continuità e si vanno intensificando nel tempo e nuovi ne compaiono quando l’esperienza si approfondisce. In quanto attivatrice della naturale crescita umana verso una sempre maggiore umanità, la meditazione non esaurisce mai il suo compito, sapendo dare ad ognuno quanto può ricevere nel qui ed ora della sua ricerca.

In conclusione intendo segnalare sinteticamente, una numerosa serie di effetti molto concreti che la meditazione porta con sé nell’esperienza di chi la pratica, attingendo, oltre che all’esperienza personale, a differenti fonti autorevoli (maestri di meditazione di varie tradizioni) che ne hanno saputo descrivere l’efficacia in termini semplici e quotidiani:

  • permette di essere maggiormente centrati nel qui ed ora. Anziché perdersi nella mente e nei pensieri, che sbilanciano l’attenzione continuamente nel passato (ciò che è stato e che desideriamo o temiamo) o nel futuro (ciò che sarà e che desideriamo o temiamo), la meditazione aiuta ad essere più presenti a sé stessi e agli altri, portando la propria attenzione a ciò che accade realmente, adesso. Ciò consente di essere occupati, essendo meno preoccupati, di usare maggiormente le energie in ciò che si sta facendo realmente, anziché disperderle in sogni, fantasie, desideri, timori. Questo rende più efficaci ed efficienti, con un minor dispendio di forze e riducendo tensioni e conflitti;

  • aumenta la consapevolezza di sé: rende più sensibili ai segnali del proprio corpo (piacere, dolore, tensione, rilassatezza) e alle proprie emozioni. Permette così di usare questi segnali per agire con maggior capacità di scelta, proteggersi da ciò che ci “inquina”, e usare maggiormente la propria vitalità. Aumenta il contatto con la propria realtà interna. Ci rende inoltre più capaci di regolare le nostre emozioni, usandole e adattandole sapientemente alle situazioni, anziché reprimerle o, all’opposto, “buttarle fuori” senza alcun filtro. Diminuisce così la tendenza a re-agire, dando la possibilità di scegliere come agire a seconda delle possibilità, dell’opportunità, degli obiettivi e delle intenzioni.

  • facilita la gestione dello stress e dell’ansia: nelle parole di Daniel Goleman: “Un meditatore maneggia lo stress in modo da spezzare la spirale minaccia-eccitamento-minaccia; dopo che una sfida è passata si rilassa più spesso che il non meditatore. Questo rende improbabile che egli veda eventi innocenti come dannosi. Percepisce la minaccia con più precisione e reagisce con l’eccitamento solo quando è necessario. Una volta eccitato, la sua rapida ripresa rende meno probabile che egli veda la scadenza successiva come una minaccia, come fa invece la persona ansiosa”.

  • riporta la mente nella sua funzione di strumento: mentre nella vita comune, per l’uomo comune, la mente è una presenza invadente, ipertrofica, e l’attitudine a pensare non si interrompe mai, nemmeno quando si dorme, la meditazione rieduca la mente a funzionare solo quando serve (per pensare, ragionare, parlare) anziché sempre e in maniera indiscriminata. Questo aumenta di conseguenza la lucidità mentale, la capacità di concentrarsi e di memorizzare. Aiuta anche a darsi più tempo per pensare e per agire, quando e quanto serve.

  • favorisce un atteggiamento di accettazione della propria realtà: anziché cercare di manipolare la realtà perché si conformi alle nostre aspettative, ai nostri desideri e ai nostri timori, aumenta la capacità di stare con le esperienze piacevoli e spiacevoli, senza lottare o reagire automaticamente, favorendo invece la capacità di muoversi nelle situazioni nuove, complesse e difficili con maggior abilità, chiarezza ed efficacia, limitando l’’ansietà, la tensione ed il conflitto. Rende inoltre più benevoli nell’accogliere i propri e gli altrui limiti, così come nel cogliere le proprie e le altrui risorse, facilitando la capacità di migliorarsi, senza essere auto-aggressivi. Favorisce anche la possibilità di attingere alle risorse personali, sia quelle che già consociamo di noi, sia quelle alle quali non abbiamo dato la possibilità di manifestarsi;

  • intensifica la percezione: permettendo di usare la mente come strumento, riporta energia al corpo e ai sensi, rendendoli più ricettivi, vigili, attenti, pronti a cogliere gli stimoli (visivi, sonori, tattili, olfattivi, gustativi) e capaci di vivere con maggior intensità il rapporto con il mondo. Migliorando la capacità dei sensi di percepire la realtà così come è, rende anche maggiormente intuitivi. Dà inoltre un senso di spaziosità interiore, anziché di oppressione e di chiusura;

  • da un maggior senso di responsabilità individuale e di libertà dai condizionamenti. La meditazione è una pratica che, attraverso la progressiva crescita della conoscenza di sé, tende a liberarci dai condizionamenti esterni, dai pregiudizi sulla realtà, dal timore di guardare le situazioni della vita con i nostri occhi, senza affidarci ciecamente ai filtri culturali esterni. Tende inoltre a decondizionarci dalle abitudini culturali, familiari, educative, che ostacolano la nostra maturazione come individui adulti, Accresce così la sensazione che noi stessi, pur immersi in una realtà più grande che ci contiene e ci influenza, abbiamo un grande potere di determinare le situazioni della nostra vita attraverso il modo in cui ci raccontiamo, pensiamo e percepiamo la nostra esperienza quotidiana. Dando valore alla percezione individuale la meditazione permette inoltre di sviluppare la propria autenticità, cioè il proprio modo unico e specifico di rapportarci alla realtà. Di maturare dunque nella nostra direzione più naturale, rispettosa delle nostre inclinazioni, anziché verso direzioni volute da altri.

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