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Cambiare

Un uomo sta camminando lungo una spiaggia deserta, al tramonto.

Ad un certo momento, mentre cammina assaporando il paesaggio stupendo e godendo del silenzio e della solitudine, vede un punto, in lontananza: una figura sfocata, che si avvicina sempre più. La figura si muove assai lentamente, ma in direzione dell’uomo.

Alla fine l’uomo riesce a distinguerla. È un bambino del posto: si china, raccoglie qualcosa dalla spiaggia, la butta nell’acqua.

Ormai il bambino è a pochi passi dall’uomo. I suoi gesti sono ripetuti, regolari. Continua a camminare fermandosi ogni tanto solo per chinarsi e lanciare subito in mare ciò che ha preso in mano.

L’uomo affretta il passo e si avvicina al bambino, incuriosito.

“Salve ragazzo! Mi stavo chiedendo cosa stessi facendo”.

“Lo vedi amico, sto ributtando in mare queste stelle marine. È la bassa marea. Il mare le ha abbandonate. Se non le ributto in mare, muoiono”.

“Capisco – risponde l’uomo – ma ci saranno migliaia di stelle marine su questa spiaggia. Non riuscirai certo a recuperarle tutte. E poi non c’è solo questa spiaggia: chissà quante, in questo momento, giacciono morte su tutte le spiagge della costa”.

“E’ vero, sono un’infinità – dice il bambino – il mare respira e le abbandona a riva”.

“Già - commenta l’uomo – sono splendide. È proprio un peccato che debbano morire”. Poi, con un sospiro, aggiunge “Ma è la vita. Così è sempre stato e sempre sarà. Purtroppo non si possono cambiare le cose”.

Il bambino sorride. Poi si china, raccoglie un’altra stella marina, la tiene in mano un secondo per guardarla, e mentre la ributta in mare, risponde “Hai ragione, amico. Comunque, per questa, le cose sono cambiate”.

Riscrittura a cura di Massimo Ferrario di Chicken soup for the soul di Jack Canfield e Mark Hansen, Health Communications

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