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Valori e disvalori

Valori e disvalori

Il valore è qualcosa che “vale”. Qualcosa che sento essere “bene” per me.

Se sento qualcosa “bene per me” cercherò di andargli tanto vicino da sentirlo risuonare dentro, comincerà a essere la guida del mio comportamento, orienterà le mie scelte, le mie parole, i miei interessi, le mie curiosità. La mia vita pian piano si orienterà per fafe in modo di poter sentire dentro che sono sul solco creato da quel valore.

il dis-valore è un valore dis-orientato, orientato cioè ad una realtà fittizia, un “peso” che nasce da bisogni inoculati culturalmente.

Ma non è orientato dalla mia sensibilità e dalla mia attenzione, arriva da fuori, è superficiale e approssimativo, è raggiungibile in tante forme già preconfezioate, diviene una sorta di etichetta che indosso per sentire che ce l’ho.

E’ un valore “che va di moda”, che presenta sfumatura plausibili da un punto di vista logico razionale ma che non è in contatto con l’essenza vera dell’essere umano, è un valore che non ti soddisfa mai pienamente, che ti lascia sempre una sensazione di sospsensione indefinita, che cercherai di colmare con nuove azioni e nuovi comportamenti per raggiungerlo in altre forme.

E’ un valore la cui soddisfazione e raggiungimento, di solito, si può “acquistare”. Pagandolo in euro o in energia vitale, in tempo speso per allinearci ad esso barattandolo con qualche spazio di libertà qua e là.

E la normalità diventa semplicemente tutto ciò che si allinea alla norma, alla regola e al valore che sottende ad esse. Decise da altri, per altri scopi che non sono i nostri. Non sono certamente orientate allo sviluppo e all’evoluzione, non al benessere e alla serenità, non alla gioia semmai al divertimento, alla stagnazione (confusa con la tranquillità), alla crescita (sostituita all’evoluzione).

Nel dis-orientare il dis-valore determina una perdita, una diminuzione della mia vitalità.

Ma come accade che noi ci si possa ocnfondere in questo modo?

Come è possibile che in molti non ci si accorga di questo dis-orientamento in atto?

Guardo le immagini di guerra e mi chiedo come è possibile che tanti uomini che non si conoscono si uccidano l’un l’altro?

Come è possibile che uomini di ingegno applichino le loro conoscenze per distruggere invece che per costruire?

Come è possibile che uomini e donne guardino i bambini come esseri inferiori? Come è possibile che l’attenzione del mondo si rivolga verso ciò che può produrre denaro e sofferenza invece che equilibrio e serenità?

Come è possibile che le competenze degli esseri umani siano utilizzate per limitare altri esseri umani?

Come è possibile che si spezzetti la vita in tante piccole fasi invece che vederne l’ampio percorso che ci precede e che ci seguirà?

Come è possibile che vengano investite tante energie per cambiare fisicamente il territorio invece che per conoscerlo, esplorarlo, inventarsi nuovi dentro le sue caratteristiche?

Come è possibile che il valore del cibo sia determinato da quanto ne vendo invece che da quanto ci nutre?

Come è possibile continuare ad ascoltare chi valuta la vita dell’essere umano per la sua capacità di produrre denaro?

Come è possibile investire energia per costruire automobili che inquinano l’aria che noi stessi respiriamo? Com’è che tutte le energie non sono spese a esplorare nuove soluzioni che mantengano il nostro privilegio della mobilità senza fatica ma abbattano gli effetti da noi tutti indesiderati ?

Valutare la realtà (ciò che è e che ti contiene) diviene giudicare la realtà (ciò che appare e che ti vuole “dentro”)

Obbedienza (adesione a sè stessi) diviene Sottomissione (adesione ad altro, fuori di sè)

Determinazione (energia che determina un’azione orientata e autentica) diviene Aggressività (energia che difende un’azione non orientata e falsificata)

Lo sguardo ampio (che abbraccia l’insieme della realtà senza spezzettarla) diviene superficialità (un’immagine panoramica capace di contenere qualsiasi cosa e l’opposto di essa)

Comprendere (portare dentro, prendere con sè) diviene Capire (lasciare fuori, in ordine e sotto controllo logico-razionale)

Comunicare (l’azione di mettere in comune) diviene Parlare (l’azione di buttar fuori e lasciare che sia)

Testimoniare (essere ciò che si è) diviene difendere (costruire segni che proteggono un’immagine non un essere)


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