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1° messaggio dall'Uomo di Noah

Di nuovo mi sono accorto che sono sempre in viaggio. Da un paio d’anni ho abbandonato il “lavoro” con tutti i suoi rituali, le sue gabelle, le sue formalità asfissianti; ho alleggerito i miei figli di undici e dieci anni del peso ormai superfluo (e rischioso) dell’educazione scolastica istituzionalizzata; ho preso in braccio moglie e bimbi sulla mia personale arca senza mappa e senza motore, ma con vele e vento; mi sono dedicato ad ascoltarmi ed ascoltare la vita in tutti i dettagli che riesco a cogliere; mi sono affidato alla creatività e all’intuizione naturale per soddisfare i bisogni di sopravvivenza e tutto, tutto, tutto il resto (le “centomila cose”); ho rinunciato a governare la mia vita secondo la volontà personale.

Risultato: avventure, scoperte, rivelazioni, sorprese, sincronicità, segnali, conferme, evoluzioni. Mi sento in viaggio, sempre, ovunque. Il viaggio interiore, quello fatto di visioni, di emozioni e vissuti corporei si è intensificato e arricchito di sfumature. Quello esteriore, che molti considerano l’unico reale, idem. E i due danzano insieme.

Bilancio della situazione: funziona. Mollare la presa funziona. Amplificare l’attenzione ripaga. Abbandonare il controllo libera. Non si naufraga, non si va alla deriva, non ci si perde. Semmai ci si trova.

Non esiste più la vacanza (= mancanza) perché non esiste più il lavoro; non c’è più traccia del tempo libero, perché è scomparso il tempo schiavo (di regole, modi, tempi e vissuti altrui); non ci sono mediatori né con la salute del corpo (medicina), né con quella della mente (psicologia ed altre ologie), nè con quella dello spirito (religioni e sette varie); non c’è più nulla che faccia veramente paura, perché non c’è nulla da difendere o da raggiungere.

Si impara dalla vita e dalla vastissima saggezza inconscia, momento per momento, in base ai richiami delle esperienze.

Che sia in una stanza chiusa, nell’amato bosco di Bebec o in Marocco, la differenza è solo nella scenografia, nell’allestimento della matrix che ospita le esperienze della coscienza. Ma sempre di viaggio si tratta: il viaggio della coscienza individuale nel panorama multiforme e cangiante della vita incarnata.


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